Borgo Medievale di Cocullo
Borgo Medievale di Cocullo
Borgo Medievale di Cocullo
4.5
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W_o_l_l_i_n_o
Pedaso, إيطاليا1,595 مساهمة
زوجان • نوفمبر 2021
Per me che amo quiete e silenzio. Il freddo ruvido, le vie in salita. Le case dirocche e quelle sane. I portoncini anni '80 e la lentezza. Tutto questo è contrapposto all evento del 1 Maggio dove il San Domenico è portato per le vie carico di rettili
Devozione e misticismo. Ma oggi sono io un orbettino furtivo che gira tra le ruette in cerca di angoli sicuri. Mentre le pale del parco eolico inquadrano chiaramente il 21esimo secolo, tutto il resto é immutabile da sempre. Un piccolo paradiso.
Devozione e misticismo. Ma oggi sono io un orbettino furtivo che gira tra le ruette in cerca di angoli sicuri. Mentre le pale del parco eolico inquadrano chiaramente il 21esimo secolo, tutto il resto é immutabile da sempre. Un piccolo paradiso.
كُتب بتاريخ 23 نوفمبر 2021
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Fabrizio
37 مساهمة
يوليو 2021
Una passeggiata per questi borghi medievali fa sempre bene al cuore! Cocullo, paese dalle strade deserte, è un borgo medievale tenuto come una chicca in cui respirare aria di altri tempi. Mentre si passeggia, a lato dei vicoli, ci sono scalinate splendide che aprono lo sguardo ai fianchi delle montagne che circondano il paese.
In alcuni tratti si notano ancora le ferite lasciate dal terribile terremoto del 2009: il Santuario di San Domenico Abate, ad esempio, è ancora in attesa di ripristino nonostante sia meta di pellegrini da tutto il mondo per la celebre Festa dei Serpari, che a San Domenico è dedicata. Un peccato ed un dispiacere vedere le nostre opere d'arte maltrattate in questo modo!
Una volta lasciato Cocullo, che consiglio a tutti, ci siamo spostati a Scanno, che si trova a due passi, per un altro tuffo nel Medioevo.
In alcuni tratti si notano ancora le ferite lasciate dal terribile terremoto del 2009: il Santuario di San Domenico Abate, ad esempio, è ancora in attesa di ripristino nonostante sia meta di pellegrini da tutto il mondo per la celebre Festa dei Serpari, che a San Domenico è dedicata. Un peccato ed un dispiacere vedere le nostre opere d'arte maltrattate in questo modo!
Una volta lasciato Cocullo, che consiglio a tutti, ci siamo spostati a Scanno, che si trova a due passi, per un altro tuffo nel Medioevo.
كُتب بتاريخ 10 أغسطس 2021
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Flo P
روما, إيطاليا32,308 مساهمات
زوجان • مايو 2019
a parte i gatti. Borgo sorto in un posto unico, meraviglioso, privilegiato, servito dalla ferrovia, da una strada e da l'autostrada.
كُتب بتاريخ 20 مايو 2019
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Tommaso612
روما, إيطاليا549 مساهمة
زوجان • أغسطس 2018
Cocullo è un piccolo comune abruzzese della Valle del Sagittario, arroccato sul Monte Luparo a 900 metri di altezza sul livello del mare. I romani assoggettarono definitivamente quest’area agli inizi del I secolo a.C., in seguito alle cosiddette “guerre sociali”. In epoca medioevale nel borgo furono costruiti un castello e una solida cinta muraria, della quale a tutt’oggi rimangono alcune porte. Il catastrofico terremoto di Avezzano (1915) causò gravi danni al centro abitato, in alcuni casi tuttora visibili. Fortemente spopolatosi negli ultimi decenni, Cocullo conta attualmente 220 residenti. Il cuore del centro abitato ha conservato il suo aspetto tipicamente medioevale.
Sulle origini del toponimo sono state fatte due ipotesi: secondo la prima esso deriverebbe dall’antico nome latino della località: “Coucolon” (citato dallo storico di lingua greca Strabone); l’altra, decisamente più esotica, lo fa risalire al termine semitico “gagallu” che nell’area mediorientale indicava il sovraintendente alle irrigazioni dei campi (si osservi che il territorio di Cocullo è particolarmente ricco di corsi d’acqua).
La chiesa di Santa Maria delle Grazie risale al 1200. La sobria facciata presenta in alto un bel rosone centrale. L’ingresso è circondato da un portico a sesto acuto sorretto da due colonnine. Ai lati, due tozzi pilastri sorreggono altrettante piccole edicole che ospitano due statue di santi. L’interno, largamente rimaneggiato nei secoli scorsi, presenta una sola navata sorretta da grandi arcate in pietra.
Al contrario delle altre, la Chiesa di San Nicola non fu più ricostruita dopo il sisma. Dell’edificio, ormai semidistrutto e sconsacrato, resta in piedi solo il massiccio campanile a sezione quadrata che in origine era una torre fortificata.
La Chiesa di San Domenico fu costruita in epoca rinascimentale, ma fu totalmente rifatta nel secolo scorso a seguito del terremoto. Alla rustica cupoletta si affianca un bel campanile a cuspide. Il paese e questa chiesa devono la loro fama alla cosiddetta “Festa dei Serpari”, che si celebra il 1° maggio in onore di San Domenico: un abate benedettino che intorno all’anno Mille peregrinò in Italia Centrale, fondando comunità di confratelli, curando gli infermi e compiendo opere di carità. Secondo la tradizione egli lasciò a Cocullo alcune reliquie tra le quali un dente. Da questo particolare nacque l’usanza per la quale i fedeli, nella speranza di mantenere sana la dentatura, tirano con gli incisivi una catenella che fa suonare una piccola campana posta all’interno della chiesa.
Secondo la tradizione, a San Domenico è attribuita la capacità di guarire dal veleno dei serpenti. Perciò nel giorno della festa gli abitanti del posto portano in solenne processione la statua del Santo, ricoperta di serpenti vivi che gli si attorcigliano attorno continuamente. Nelle settimane precedenti alla ricorrenza i rettili (ormai non più quelli velenosi ma solo saettoni, natrici, biacchi ecc.) vengono catturati nei terreni attorno al paese da persone tradizionalmente esperte, detti appunto “serpari”. Costoro se ne prendono cura sia prima che durante la cerimonia. Al termine di questa, senza che sia stato loro fatto alcun male, i serpenti sono restituiti subito all’ambiente perché ognuno sa che questi animali, limitando il proliferare dei roditori, sono fondamentali all’equilibrio dell’ecosistema e delle attività agricole.
Per coloro che anticamente lavoravano o si spostavano nei campi (contadini, pastori, viandanti) i serpenti velenosi, assai diffusi in tutta l’Italia Centrale, rappresentavano un rischio mortale da affrontare tutti i giorni. I riti religiosi che sin dai tempi primordiali comparvero in questa zona (si pensi a quelli tributati dai Marsi alla dea Angizia, il cui simbolo era proprio il serpente) servivano proprio a esorcizzare la minaccia dei rettili. Probabilmente la Festa dei Serpari è il retaggio di questi riti ancestrali, trasferiti dal paganesimo al Cristianesimo. Non va inoltre dimenticato che al veleno dei serpenti erano universalmente attribuite capacità terapeutiche e taumaturgiche.
Sulle origini del toponimo sono state fatte due ipotesi: secondo la prima esso deriverebbe dall’antico nome latino della località: “Coucolon” (citato dallo storico di lingua greca Strabone); l’altra, decisamente più esotica, lo fa risalire al termine semitico “gagallu” che nell’area mediorientale indicava il sovraintendente alle irrigazioni dei campi (si osservi che il territorio di Cocullo è particolarmente ricco di corsi d’acqua).
La chiesa di Santa Maria delle Grazie risale al 1200. La sobria facciata presenta in alto un bel rosone centrale. L’ingresso è circondato da un portico a sesto acuto sorretto da due colonnine. Ai lati, due tozzi pilastri sorreggono altrettante piccole edicole che ospitano due statue di santi. L’interno, largamente rimaneggiato nei secoli scorsi, presenta una sola navata sorretta da grandi arcate in pietra.
Al contrario delle altre, la Chiesa di San Nicola non fu più ricostruita dopo il sisma. Dell’edificio, ormai semidistrutto e sconsacrato, resta in piedi solo il massiccio campanile a sezione quadrata che in origine era una torre fortificata.
La Chiesa di San Domenico fu costruita in epoca rinascimentale, ma fu totalmente rifatta nel secolo scorso a seguito del terremoto. Alla rustica cupoletta si affianca un bel campanile a cuspide. Il paese e questa chiesa devono la loro fama alla cosiddetta “Festa dei Serpari”, che si celebra il 1° maggio in onore di San Domenico: un abate benedettino che intorno all’anno Mille peregrinò in Italia Centrale, fondando comunità di confratelli, curando gli infermi e compiendo opere di carità. Secondo la tradizione egli lasciò a Cocullo alcune reliquie tra le quali un dente. Da questo particolare nacque l’usanza per la quale i fedeli, nella speranza di mantenere sana la dentatura, tirano con gli incisivi una catenella che fa suonare una piccola campana posta all’interno della chiesa.
Secondo la tradizione, a San Domenico è attribuita la capacità di guarire dal veleno dei serpenti. Perciò nel giorno della festa gli abitanti del posto portano in solenne processione la statua del Santo, ricoperta di serpenti vivi che gli si attorcigliano attorno continuamente. Nelle settimane precedenti alla ricorrenza i rettili (ormai non più quelli velenosi ma solo saettoni, natrici, biacchi ecc.) vengono catturati nei terreni attorno al paese da persone tradizionalmente esperte, detti appunto “serpari”. Costoro se ne prendono cura sia prima che durante la cerimonia. Al termine di questa, senza che sia stato loro fatto alcun male, i serpenti sono restituiti subito all’ambiente perché ognuno sa che questi animali, limitando il proliferare dei roditori, sono fondamentali all’equilibrio dell’ecosistema e delle attività agricole.
Per coloro che anticamente lavoravano o si spostavano nei campi (contadini, pastori, viandanti) i serpenti velenosi, assai diffusi in tutta l’Italia Centrale, rappresentavano un rischio mortale da affrontare tutti i giorni. I riti religiosi che sin dai tempi primordiali comparvero in questa zona (si pensi a quelli tributati dai Marsi alla dea Angizia, il cui simbolo era proprio il serpente) servivano proprio a esorcizzare la minaccia dei rettili. Probabilmente la Festa dei Serpari è il retaggio di questi riti ancestrali, trasferiti dal paganesimo al Cristianesimo. Non va inoltre dimenticato che al veleno dei serpenti erano universalmente attribuite capacità terapeutiche e taumaturgiche.
كُتب بتاريخ 4 سبتمبر 2018
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𝐴𝑛𝑔𝑒𝑙𝑜 𝐷'𝐴𝑔𝑜𝑠𝑡𝑖𝑛𝑜 🇮🇹
Avezzano, إيطاليا18,375 مساهمة
زوجان • فبراير 2018
Avrei messo un punteggio più alto non fosse stato per alcune zone che andrebbero ristrutturate. Il borgo comunque, nel suo insieme, è caretteristico e offre una passeggiata in totale tranquillità visto i pochissimi abitanti incontrati e l'assenza di negozi.
كُتب بتاريخ 19 فبراير 2018
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Pino D
Santa Marinella, إيطاليا192 مساهمة
زوجان • يونيو 2017
In ambiente spettacolare circondato da montagne su un'altura sorge cocullo entrare a cocullo è come fare un tuffo nel passato avvalorato dai ritmi blandi e dalle tranquillità che si palpa già dal primo impatto e ad avvalorare questo senso quale miglior viatico che attraversare porta Ruggeri e addentrarsi nel quartiere mediovele di san Nicola e ogni 15 minuti sentire i rintocchi dell'orologio della torre a suggere il fatto che il tempo non si è fermato ma avanza ma aspetti negativi si evidenziano nel grande numero di case in stato d'abbandono che con un poco di buona volontà e con la mediazione della struttura pubblica possono essere riconvertite acclarando quella vocazione turistica di cui ogni paese di questa nostra penisola deve essere fiero ed è questa la via per ridare vita ad un paese che rischia di morire .
كُتب بتاريخ 7 يونيو 2017
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Beatrice9-6
روما, إيطاليا5,521 مساهمة
الأصدقاء • مايو 2016
meraviglioso borgo abruzzese noto per la sua festa dei serpari. Durante l'anno è abitato da scarse 300 unità e regala agli avventori paesaggi mozzafiato, aria buona e cibo ancora preparato a mano. Qui il tempo si ferma e la lentezza delle azioni è apprezzata dagli abitanti della Capitale che spesso popolano il paesino durante l'estate.
كُتب بتاريخ 18 يناير 2017
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